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I siti archeologici

Indice
I siti archeologici
L'età classica: insediamenti e necropoli lucane
L'età della romanizzazione
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Archeologia nel territorio di Viggiano




 

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I più recenti rinvenimenti archeologici effettuati nel Comune di Viggiano sono conseguenti alla realizzazione dell'oleodotto ENI Viggiano-Taranto e della Rete di raccolta del petrolio, che collega i singoli pozzi con il Centro Oli di Viggiano, i cui lavori sono tuttora in corso.

L'oleodotto ha attraversato, per circa 100 Km., la Basilicata, interessando aree archeologiche di straordinaria importanza e, in primo luogo, i territori occupati dalla colonia greca di Metaponto, dalle comunità italiche della Val d'Agri e dalla città romana di Grumento.

Lungo il tracciato sono state individuati oltre centocinquanta siti archeologici, in precedenza non conosciuti e che, nel corso dei lavori, sono stati oggetto di ricerche archeologiche preventive.















La Preistoria

In antico, il fiume Agri era noto con la denominazione Akiris e, nel suo tratto finale, era navigabile, come riportato in un noto passo di Strabone (VI,1,14), assumendo un importante ruolo nei collegamenti tra Ionio e Tirreno.

I rinvenimenti effettuati a seguito dei lavori Eni costituiscono una premessa di quelle che sono le potenzialità archeologiche di un territorio che fino a questo momento ha risentito della realtà macroscopica del centro romano di Grumentum.

L'Oleodotto ha interessato, in primo luogo, il versante sinistro dell'alto corso dell'Agri, consentendo di chiarire il popolamento antico lungo la riva sinistra del fiume, opposta a quella su cui in età romana sorge Grumentum.

Per quanto riguarda la fase preistorica, un esteso insediamento inquadrabile nelle fasi finali del Neolitico Recente (facies Diana-Bellavista) ossia nella seconda metà del IV millennio a.C., cui si riferiscono una capanna e un livello di frequentazione, in località Porcili di Viggiano, in un'area pianeggiante posta a sud dell'altura su cui sorge il paese moderno e lambita dal torrente Alli.

Si sviluppano i primi insediamenti stabili costituiti da ampi villaggi di capanne circondati da fossati.

La capanna individuata è di notevoli dimensioni, il cui perimetro è definito da buche per pali con numerose zeppe in pietra.

L'esteso livello di frequentazione ha restituito numerose fosse di combustione a pianta rettangolare, utilizzate per la cottura di grandi porzioni di animale, per l'essiccazione di pesce o di carne, per la fumigazione di scorte alimentari e per la tostatura dei cereali.

Un'area sepolcrale, individuata sempre nella località Porcili di Viggiano (a circa 500 m. dalla precedente), si imposta direttamente sul livello neolitico e ha restituito numerose sepolture con oggetti di corredo inquadrabili, ad un'analisi preliminare, agli inizi dell'età del Bronzo.

La necropoli si sviluppa in un'area pianeggiante, probabilmente lungo un antico tratturo. Si tratta di una serie di piccoli tumuli costituiti da pietre, che si dispongono a semicerchio intorno ad una sepoltura maschile ricoperta da tumulo di terra.

Le altre sepolture sono pertinenti alcune sicuramente a defunti di sesso femminile, come testimonia una parure costituita da un applique in osso decorato a cerchi concentrici e da vaghi in osso e pietra.

Un'altra tomba ha restituito, quali elementi di corredo, due attingitoi monoansati e una scodella .

Lo scavo in località Masseria Maglianese, nel comune di Viggiano, ha permesso di individuare un altro insediamento abitativo appartenente alla fine del Bronzo Antico-inizi del Bronzo Medio.

archeologia_2In particolare è stata individuata la parte meridionale di una capanna (Fig. 2), probabilmente una struttura comunitaria, di impianto non stabile, da connettere forse agli spostamenti dovuti alla transumanza del bestiame.

Interessante notare che, pur non essendo un impianto stabile, era comunque caratterizzata da un'organizzazione funzionale sia dello spazio interno, come la zona orientale della capanna con i grandi contenitori interrati sembrerebbe suggerire, sia di quello esterno con la presenza di un focolare e di zone di scarico di materiale.

All'interno della capanna sembra possibile riscontrare una divisione funzionale degli spazi con la zona orientale destinata alla conservazione delle derrate.

A sud-ovest del grande contenitore vi era poi una buca certamente connessa alla sistemazione della zona orientale della capanna, usata probabilmente per conservare materiale deperibile funzionale alla vita della struttura abitativa.

All'esterno della capanna sono stati ritrovati degli accumuli di materiale ceramico in buche non molto profonde, da interpretare come scarichi, e un focolare a cielo aperto. Da uno di questi scarichi di materiale proviene una fuseruola, a testimoniate l'attività di filatura in questa capanna.



 

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